Un fiume di birra
Nei monasteri si praticava lo studio dell’arte birraia, poiché il consumo di birra non comportava l’interruzione del digiuno.
La bevanda divenne un’importante fonte di guadagno e le birrerie dei monasteri si trasformarono in mescite ben gestite e soprattutto molto frequentate.
Con il medioevo s’introdusse l’impiego del luppolo come ingrediente. Il vantaggio del luppolo fu l’effetto antisettico ed inoltre, le birre così prodotte si potevano conservare per periodi molto lunghi rendendone possibile il commercio anche nelle terre più lontane e facendone una bevanda ”sicura” sotto l’aspetto igienico. Numerosi cattivi raccolti e conseguenti carestie non permisero l’impiego dell’orzo per la fabbricazione di birra e così l’arte delle produzione della bevanda rischiò di cadere nell’oblio. Fino al Seicento la produzione di birra dipendeva dal prezzo dell’orzo: se c’era molto grano era venduta a buon mercato, se invece mancavano i cereali a causa del cattivo raccolto, la produzione era quasi interrotta.